POETICALa poetica di Gianfranco Macaluso nasce secondo due esigenze principali: estetiche e concettuali. Formalmente, egli esprime il dinamismo del corpo umano evidenziando quei muscoli che si trovano in tensione in un dato movimento. Questa peculiarità della torsione nasce da un piacere prettamente estetico, che si manifesta sin dalla sua infanzia (considerando, per esempio, la sua predilezione per la ginnastica artistica che praticava) e che continua in uno studio fascinoso dell'espressione dinamica del corpo. Tutto ciò permette all’osservatore di percepire la tensione muscolare a 360°, ma prima, di realizzare al meglio la soggettività del pensiero. Una prima definizione dello stile dell’artista è “figurativo”, in quanto i soggetti principali delle opere sono corpi umani; ma non bisogna commettere l’errore di classificarli classicheggianti, proprio per i motivi scritti sopra. Non meno importante la ricerca introspettiva dell’essere, che caratterizza questa poetica, e lo scultore la chiama “ascolto intimo”; infine, il bisogno di scoprire sé stessi comporta una rivoluzione di tutte le sensazioni emotive che sono gli embrioni vitali in una rappresentazione plastica.Un mezzo per questa rappresentazione è il simbolo, che diventa poi elemento esplicativo di un concetto, o comunque, di tutto quello che vuole esprimere lo scultore. Quest’ultimo si può definire, in questi termini simbolico. Ora, mentre lo stile figurativo e simbolico sono delle costanti, esiste una terza definizione che ha anch’essa una costante contenutistica, ma che ha subito un’evoluzione formale: questa è chiamata “essenzialista”.Per essenzialismo si intende quella ricerca dell’essere (legato anche “all’ascolto intimo” menzionato prima), che è la costante presente in tutte le opere; mentre l’evoluzione formale sta in una maggiore consapevolezza e interesse per il particolare, quindi focalizzare l’interesse soprattutto nell’esenziale.
Legato al concetto essenzialista è la presenza dei pieni e dei vuoti nelle statue; questi prima venivano rappresentati per evidenziare ancora di più il contrasto emotivo o la tensione muscolare di un opera, dando più importanza ai primi. Ora, invece, è in continua maturazione l’idea di esprimere il soggetto di un’opera non più con i pieni, ma con i vuoti portando alle estreme conseguenze la rappresentazione stessa dell’essere, per come l’intende l’artista. Approfondiamo ora, le motivazioni, le emozioni e i coinvolgimenti che hanno determinato gli argomenti e le scelte plastiche. Per quanto riguarda gli argomenti quello sempre presente, anche in forma indiretta, è la conoscenza del proprio essere o dell’essere in generale, in quanto l’artista crede nel lato spirituale dell’uomo ed è alla continua scoperta di esso, senza cadere però nei dogmi della religione (pur essendo un cattolico).
Di conseguenza, visto che l’essere coinvolge tutti noi in quegli argomenti che lo specificano (come la ciclicità, e l’evoluzione, l’amore, i vincoli sociali, ecc) questi, si possono considerare “universali”.
Per quanto riguarda, ora, le influenze, ad affascinare molto l’artista è stata un opera di
Wassily Kandinsky; “lo spirituale nell’arte”, o per meglio specificare la metafora della piramide che egli cita per descrivere il superamento di sé, che ogni uomo dovrebbe realizzare con il fine di raggiungere la perfezione.Anche se si ha la consapevolezza razionale di un processo all’infinito, il tutto deve essere visto con occhi sempre attivi verso la vita e non con un fare rassegnato. L’artista non si limita a chiudersi nella mentalità occidentale, in tutte quelle speculazioni ideologiche, forse troppo umanistiche, ma esplora e sconfina nel mistero delle filosofie orientali, come lo yoga, che comunque non approfondisce e esperimenta da allievo ma solo come amante della diversità, un modo nuovo di vedere l’uomo, visto infatti come Uno-Tutto, in comunione con l’universo e non come quell’essere finito del pensiero occidentale. Infine bisogna volgere lo sguardo al fine dell’artista come colui , che sensibilizza gli altri su temi che potrebbero sembrare insoliti o astrusi .Di conseguenza , egli fa conoscere le proprie idee che, rese note , contribuiscono e permettono riscontri nella vita dell’artista. Questi egoisticamente parlando , sono necessari e considerarli tali non è amorale perché ,personalmente, lo scultore crede nell’ egoismo umano senza false riserve.
SCONTRI TRA REALE VIRTUALE SPIRITUALE Con il termine di realtà intendiamo tutto ciò che è concreto e materiale , quindi qualcosa di naturale e immutabile , ma l’avvento di realtà artificiale e virtuale offre una nuova versione della realtà infatti , queste due tecnologie pur seguendo due percorsi separati portano alla stessa meta : cioè la partecipazione di tutto il corpo, a effetti creati dal computer talmente verosimili da essere accettati come una esperienza reale . Non dobbiamo però sottovalutare le sottili differenze che distinguono le due realtà: la realtà artificiale è la forma più avanzata di interazione tra "uomo e macchina" , ed in questa realtà tutto ciò che si percepisce è generato da un computer che risponde ai nostri movimenti con immagini e suoni ideati per darci l’illusione di trovarci in un mondo che non esiste , ed infrangendo le leggi della fisica permette di esprimersi in assoluta libertà, senza condizioni e vincoli percepisce le azioni umane in termini di rapporto tra corpo e mondo simulato, ma non reale infatti una realtà artificiale rappresenta il concretizzarsi di una fantasia , quindi genera suoni immagini ed altre sensazioni che rendono credibile l’illusione di partecipare a quel mondo . Nella creazione di una realtà artificiale tutti i sensi possono essere i potenziali destinatari di messaggi illusori tuttavia vista ed udito occupano una posizione di predominio , poiché se i messaggi visivi sono in contrasto con i dati trasmessi dagli altri i primi hanno il sopravvento , ricordiamoci infatti che la vista definisce ciò che è reale e ciò che non lo è .. Ed è per questo che gli studiosi hanno esaltato il mondo della realtà artificiale , a vera e propria espressione artistica , poiché è proprio nel poter spaziare senza vincoli che sono i percorsi della mente e dell’anima , che si può procedere ad un mondo nuovo , in cui l’artista deve diventare uno sperimentatore di nuovi modelli di pensiero e tecnologie e non un creatore di oggetti . Cosi’ staccandoci dal presupposto che contribuisce all’artista il ruolo di colui che crea oggetti definiti appunto " artistici " e avvicinandoci a quella che è stata definita " arte concettuale " ovvero l’arte intesa come capacità di creare attraverso simboli esterni , dei concetti dettati dall’intelletto dell’individuo che li percepisce , è facile comprendere come la possibilità di entrare in un mondo immaginario che non prevede vincoli è il culmine dell’arte stessa . Nell’arte concettuale infatti oggetti o eventi che possono costituire la manifestazione fisica di un opera , hanno di per se stessi poca importanza estetica ,in quanto essa esprime ciò che l’intelletto esprime attraverso i sensi , sottolineando la valutazione di idee come fonte di esperienza estetica . In una realtà artificiale si potrebbe ricreare gran parte delle forme d’arte tradizionale senza i limiti imposti dalla fisica , i dipinti potrebbero essere realizzati in tre dimensioni senza il bisogno di una superficie di supporto e la scultura potrebbe essere liberata dalla tirannia della gravità . La realtà artificiale è considerata una forma d’arte e rappresenta una sintesi di estetica e tecnologia , nella quale la creazione e frutto della collaborazione tra artista , computer e partecipante , infatti l’artista anticipa le possibili reazioni del partecipante e prevede le diverse combinazioni di risposta a ciascuna alternativa , il partecipante esplora questo universo . Possiamo quindi affermare che tale realtà è uno strumento di sperimentazione simile al cinema o alla televisione che va analizzata dal punto di vista del contenuto trasmesso e non dalla tecnologia impiegata . In un futuro molto prossimo , le realtà artificiali forniranno esperienze visive ed acustiche , estremamente realistiche . Gradualmente , sia le esperienze sia le creature grafiche che abitano in questi mondi diventeranno più intelligenti . In un mondo sintetico i problemi di azione e percezione robotica si semplificano in quanto un computer può essere perfettamente consapevole del contesto fisico nel quale una creatura simulata si trova . Cosi’ le creature racchiuse in questi mondi potrebbero possedere una identità in costante trasformazione . dal momento che è improbabile che l’intelligenza del computer operi alla stessa identica velocità dell’intelligenza umana , gli eventi in un mondo sintetico si potrebbero svolgere in un ritmo umano o addirittura più veloce rispetto al tempo reale . Questo permette ad esempio ad un dirigente di delegare un compito ai propri computer e tornare il giorno seguente dopo averli lasciati elaborare il problema per un anno simulato . Se queste sono effettivamente intelligenti e se conducono vite realistiche , la nostra integrazione sociale includerà anche i piaceri familiari intrecceremo delle relazioni con queste creature , potremmo perfino modificare il nostro DNA per facilitare l’integrazione uomo macchina , a lungo andare e probabile che si sviluppino anche usi e costumi . Dobbiamo dire però , che questo tipo di realtà non potrà mai renderci felici , anche se le esperienze di realtà artificiale sono più affascinanti e potenzialmente più inquietanti del cinema in quanto lo spettatore diventa il vero protagonista , perché non sarà mai una cosa naturale , ma una manipolazione dell’uomo , che potrebbe risultare negativa per lo stesso , infatti potrebbe perfino succedere che una persona sia imprigionata in un mondo grafico e sia sottoposto al lavaggio del cervello tramite esperienze inevitabili .Possiamo anche allargare il concetto di teatro alla realtà artificiale stessa .Da sempre il teatro presuppone un pubblico passivo , a causa di una separazione fisica tra pubblico e attore e fin quando questa esisterà sarà difficile coinvolgere la platea nella rappresentazione. Potremmo però porre nei posti a sedere dei sensori per capire i movimenti di questi e notare se scatenano reazioni ottiche o acustiche , così gli attori potrebbero includere questi eventi nei dialoghi esortando lo spettatore a riprodurre l’effetto . Alla fine l’individuo si renderebbe conto di essere al centro dell’attenzione e di essere diventato uno dei personaggi della rappresentazione . La parola virtuale ha acquistato negli ultimi anni una molteplicità di significati indeterminati . A tal punto da diventare in alcuni casi persino il sinonimo "vago " , che tende a definire in quanto "falsa " o vaga appunto , la condizione immateriale dell’elettronica , un modo per generalizzare delle interpretazioni del mondo , prodotte da nuovi sistemi di comunicazione digitale . Si tende cioè a contrapporre "il virtuale "al reale, in una dicotomia talmente generica da disorientare chi cerca un possibile rapporto con tecnologie inscritte di fatto nel corso evolutive dell’uomo . L’origine della parola virtuale va comunque cercata in quel fenomeno dell’avanzamento tecnologico chiamato realtà virtuale ,questo offre un nuovo modello per rivedere molte teorie e pratiche su cui è fondata l’esperienza umana . Ci dà la possibilità di entrare in un mondo verosimile ma esistente perché considera tutte le leggi della fisica , per cui non attraverseremo mai un muro , perché ci sbatteremo contro . Infatti scopo della realtà virtuale è rendere il più possibile reale un mondo verosimile cioè un mondo che ci viene raccontato in modo da sembrare vero . L’altra definizione è quella di cyberspazio che prevede un’unica realtà virtuale che può essere sperimentata simultaneamente da più persone in tutto il mondo . L’obiettivo del cyberspazio è quello di creare una realtà sostitutiva parallela a quella reale , in grado di far comunicare allo stesso modo e su piani identici tutti i popoli del mondo cosi’ da far coesistere una sorta di unione tecnologico – culturale in mondi completamente diversi e lontani stando comodamente seduti davanti al proprio computer . A questo punto possiamo dire che lo scopo di questi tre tipi di realtà è quella di creare un miglior modo di comunicare e alla fine non distingueremo più il limite tra la vera realtà . Ovviamente la gente vivrà una parte significativa della propria vita in tali realtà e l’arte si svilupperà all’interno di essa ,per cui l’artista non avrà altro modo per raggiungere il proprio pubblico se non attraverso tali realtà . E' probabile che tali realtà diventeranno la metafora chiave dell'immediato futuro , non solo nel mondo dell'elettronica ma anche in un contesto intellettuale . Continuando arriveremo al punto che il mondo fisico si trasformi in realtà artificiale
LA SCULTURA, UN MODO DI VIVERE.
Le forme della mia scultura rappresentano quelle forme di un mondo reale esportate in un mondo virtuale, sono sempre forme spirituali, simboliche, oniriche, a volte sembrano davvero surreali, altre volte sembrano forme conformi ad altre forme, ma mai informi, ubbidiscono cioè a delle ragioni che la ragione non conosce, le ragioni dell’irrazionale . Quello che amo della scultura è quel mondo sconfinato, non lo puoi recintare, non lo puoi svuotare ,non lo puoi domare, è un universo fatto di mondi che si urtano, si compenetrano, si sbriciolano che sfumano, si sciolgono e si dissolvono, sono mondi che evaporano e scorrono sfiorando infiniti altri mondi che abitano l’universo della scultura, un universo multiforme come lo face il creatore.
La mia scultura è un mondo in metamorfosi che dialoga con la poesia, con la teologia e soprattutto con la filosofia, a volte cammina pensierosa con la sua amica, l’archeologia e la multi -scienza.
La mia scultura vive in un mondo multilingue, dai mille vocabolari e dalle sintassi complesse poi resta il problema della grammatica delle forme .Certo una forma può essere sgrammaticata, scritta in volgare piuttosto che in latino, in codice braille o morse, comunque è sempre in un codice criptato. Le mie forme hanno una voce, a volte sommessa, altre volte velata, ritmata, sussurrata o cantata ma mai urlata, può essere lirica o ossessiva. Le mie forme raccontano il mio mondo interiore in modo narrativo, raccontano come una novena nuova ciò che so oltre che ciò che sono e ciò che so fare. Però le mie forme raccontano cose strabilianti di altri mondi solo a chi ha il dono di saper ascoltare
SCONTRI DIMENSIONALI
Nel 2002/03 Intraprende lo studio (stilistico - concettuale) su una tematica contemporanea definita dallo scultore “CONCETTI DIMENSIONALI”.Nasce da una riflessione e osservazione sulla rapida evoluzione della tecnologia informatica e degli effetti che essa produce sulla comunicazione umana, mettendo in crisi quel linguaggio e quei valori socio-culturali che fino ad ieri erano sacri. Partendo dal concetto scientifico che ogni oggetto reale è individuato attraverso le proprie coordinate spaziali, in un dato tempo e in un dato spazio e se si relaziona con un oggetto virtuale (in cui la propria identità è prestabilita dalle coordinate assegnati) si ottiene una realtà “mistica” costituita da due realtà diverse ma, ambedue vere. Questo studio, si può tradurre come una formula matematica ; mettendo a confronto le coordinate spaziali dei due diversi soggetti, uno virtuale l’altro concreto, nel primo:le coordinate spaziali vengono pre assegnate per determinare la concreticità dell’esistenza; nel secondo le coordinate sono intrinseche alla propria materialità esistente, la relazione, tra i due oggetti, è possibile se si considera l’ipotesi di individuarli in un unico spazio ( definito da me “cosmico”) ottenendo infinite soluzioni, assecondo le coordinate che acquisiscono nel dato spazio, quindi potremmo dire che si determina una storicità dualistica oserei dire “mistica”, mentre alcune di queste soluzioni possono essere : fusione- sovrapposizione- compenetrazione- frammentazione- scomposizione-scissione ecc.. tra due o più soggetti , assecondo l’intreccio delle singole coordinate.